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Introduzione
Argomenti in favore dell'Ateismo
Ateismo e spiritualità
Ateismo e Diritti Umani
Per la laicità degli Stati

 



Introduzione

Giornalista - Lei crede in Dio?
Rael - Questa domanda mi offende. Io le ho forse chiesto se crede in Babbo Natale?
Giornalista - Beh, non è la stessa cosa...
Rael - Qual è la differenza? Me la spieghi.
Giornalista - ...(silenzio imbarazzato)...
Rael - Beh, ho una brutta notizia da darle. Babbo Natale non esiste!

Già, Babbo Natale non esiste... e neanche Dio !
L'accostamento non potrebbe essere più calzante, benché faccia sicuramente storcere il naso ai "benpensanti".
Allo stesso modo in cui un bambino, crescendo e facendo esperienza del mondo, smette di credere nella befana, l'intera umanità, progredendo (non senza intoppi) nella propria emancipazione intellettuale e continuando ad indagare la natura e l'universo, non può che allontanarsi dall'idea di dio, lasciandosela alle spalle come segno distintivo di un'epoca in cui il lume della ragione cedeva il passo a quello dei roghi.

Essere Ateo, quindi, non è l'attitudine rinunciataria, come pretendono alcuni, di chi si arrende davanti alle sofferenze umane, ma, al contrario, è l'atteggiamento propositivo di chi vuole ridare all'essere umano la sua giusta dimensione e dignità, collocandolo in modo razionale nell'universo, rimettendolo al centro della sua stessa esistenza e riponendo interamente nelle sue mani la responsabilità delle proprie scelte individuali e sociali.

Argomenti in favore dell'Ateismo

Se siete atei e vi siete imbattuti in qualche zelante credente, di sicuro vi siete sentiti chiedere almeno una volta: "Come fai a dire che Dio non esiste? Non puoi dimostrarlo!" Ancora una volta il parallelismo fatto nel paragrafo precedente ci viene in aiuto. Sfidiamo chiunque, infatti, a dimostrare l'inesistenza della befana...
Non è compito dell'ateo, inoltre, "dimostrare" che Dio non esiste. È compito semmai del credente dare prove convincenti dell'esistenza di un qualcosa di cui nessuno può testimoniare un'esperienza diretta ed oggettiva di qualsiasi tipo. Migliaia di anni di religioni non sono mai riuscite a dimostrare l’esistenza di Dio. Perché credere in qualcosa di cui non si ha il benché minimo indizio? Vista la mancanza di prove fornita dai credenti, la non credenza è la scelta più ragionevole.

L'esistenza di Dio, inoltre, è filosoficamente inutile. Non fornisce alcuna risposta alla domanda "Perché esiste ciò che esiste? Perché l'universo anziché il nulla?" L'ipotesi della sua esistenza non spiega niente e solleva più problemi di quante soluzioni dia. Essendo per definizione degli stessi credenti "incomprensibile", "inesplicabile", "trascendente", Dio si autocertifica l'esistenza, diventando un concetto che si autosostiene. E se Dio esistesse, chi avrebbe creato Dio? O è l’unico rappresentante di una generazione spontanea?

Ma torniamo su questioni più umane. Se lo spirito galileiano poco si addice a sondare il «dilemma» dell'esistenza di Dio, sicuramente risulta invece molto utile nel "misurare" gli effetti di tale credenza nella società e negli individui.
I dogmi religiosi sono assurdi e molto spesso rivoltanti e contrari alla natura umana. Facciamo solo alcuni esempi:

  • Il Peccato Originale - che rende l'essere umano un colpevole per il solo fatto di nascere.
  • La Trinità - delirio dottrinale che, come diceva Schopenhauer, ha causato più morti delle pestilenze (oltre allo squilibrio mentale dei suoi assertori... [*]).
  • La valorizzazione della sofferenza - che incoraggia ed esalta la mortificazione del corpo in virtù di una sorta di predestinazione alla santità (si pensi al culto delle stigmate, alle corde legate in vita per mortificare la carne,...).
  • Il disprezzo del corpo e la condanna del piacere - che ha portato l'essere umano alla più inumana delle alienazioni, la vergogna per il suo stesso corpo, e all'associazione della nudità e del sesso a sentimenti di peccato e di indecenza [*] (si ritiene inaccettabile che in televisione un minorenne veda una scena di erotismo, ma non che assista ad immagini di violenza e di omicidi...).

Non meraviglia che l'applicazione di un tale sistema di credenze sia generatrice di delirio mistico e di fanatismo religioso.
Quando si rende l'essere umano un colpevole per il solo fatto di essere "umano", fatto di "carne", lo si aliena dalla sua stessa natura, lo si violenta nel volerlo rendere "non umano". Questa snaturazione dell'individuo è causa di sofferenze e di frustrazioni che, traslate su scala sociale, generano odii razziali, intolleranza religiosa, rifiuto della diversità, di cui ancora oggi vediamo i frutti.

L'Ateismo non ha alcuna pretesa sull'essere umano se non quella di restituirgli la sua umanità, di restituirgli il diritto di trarre piacere dal proprio corpo, di restituirgli la libertà di progredire senza lo spauracchio di un dio che non vuole essere estromesso, e soprattutto di restituirgli il lume della ragione!

Ateismo e spiritualità

La parola "Ateismo" non è antitetica alla parola "spiritualità", allo stesso modo in cui "religione" non è sinonimo di "dio". Il Buddismo, ad esempio, è una religione atea, che non riconosce l'esistenza di un dio personale dotato di volontà. Questa idea (sommamente presuntuosa nella sua pretesa di antropomorfizzare l'intero universo) è invece caratteristica dei credo monoteisti.

La parola religione deriva dal latino "religere", che vuol dire riunire, collegare. Essere religiosi quindi non significa credere in un dio, ma sentirsi parte di un tutto, percepire il legame che unisce gli esseri umani tra loro e questi alla natura e all'universo. Questo sentimento di comunione e partecipazione è alla base di una spiritualità autentica, svincolata dal soprannaturale e dalla superstizione. Ed è questo "sentirsi parte", questo sentimento di laica fratellanza a creare unione tra gli esseri umani anziché contrapposizione.

Ateismo e Diritti Umani

L'Ateismo spinge prima di tutto alla responsabilizzazione. Non a caso la Dichiarazione dei Diritti Umani è stata creata inspirandosi a principi di laicità, duri da mandar giù tra le fila religiose. Benché infatti non se ne parli (o addirittura si tenda a mostrare il contrario) le religioni monoteiste, così intente nell'intessere elogi tra le masse inebetite, non vedono per nulla di buon grado certi principi di libertà individuale contemplati dalla Carta dei Diritti.
Come possono dirsi favorevoli alla libertà di coscienza e di religione quando denunciano la secolarizzazione della società, combattono contro i movimenti religiosi e filosofici minoritari (spregiativamente chiamati "sette") come un cancro da estirpare, e puntano il dito inorriditi su chi si professa ateo?
Come possono dirsi a favore dell'uguaglianza degli esseri umani quando tra le loro stesse fila la donna non può coprire quelle stesse cariche che occupano gli uomini? (per non parlare dei paesi islamici, dove alla donna non è nemmeno consentito mostrare il proprio volto in pubblico, o preso gli ebrei, dove gli uomini ringraziano dio per non essere nati donna...)
Come può l'essere umano avere diritto alla felicità se gravato dal peso di un peccato originale che gli si è attribuito per il semplice fatto di essere venuto al mondo? Come può avere diritto ad una morte dignitosa se gli si nega la possibilità di porre termine alla propria sofferenza con l'eutanasia?
Come possono accettare che ciascun individuo viva liberamente le proprie orientazioni sessuali se le unioni omosessuali non sono ammesse, se quelle eterosessuali fuori dal matrimonio religioso vengono considerate un peccato e se quelle consumate nel rispetto di questi vincoli dottrinali devono avere come unico fine la riproduzione?

Meglio fermarsi qui... Per chi avesse voglia di farlo, un confronto tra la Carta dei Diritti Umani e i principi dottrinali (essenzialmente) monoteisti mostrerà molte altre incongruenze.

Per la laicità degli Stati

Cominciamo dal crocifisso

Cominciamo quest'ultima sezione della pagina "Ateismo" con una questione tipicamente di casa nostra: il crocifisso nelle scuole e negli uffici pubblici.
Recentemente, il Ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti ha affermato che il crocifisso nelle scuole è importante per rispettare le radici culturali nel nostro Paese, e ha avanzato l'ipotesi di renderlo obbligatorio in tutti gli uffici pubblici.
Simili dichiarazioni non possono non far sobbalzare tutti coloro che hanno a cuore il rispetto per la libertà di culto e di pensiero. Il fatto che i nostri governanti ignorino volontariamente uno dei capisaldi della nostra Costituzione, la laicità dello Stato, rappresenta la conseguenza più evidente e concreta dell’ossessiva invadenza della Chiesa Cattolica nelle scelte degli organismi statali.

Come la stessa Corte di Cassazione ha affermato, pronunciandosi sul “Caso Montagnana”, la laicità dello Stato implica un regime di pluralismo confessionale e culturale, e presuppone una pluralità di sistemi di valori e di scelte personali tutte dotate di pari dignità.
Coloro che replicano a questo elementare principio affermando, a sproposito, che il crocefisso è un simbolo universale di civiltà, di pace e di giustizia, dimenticano inoltre quanti e quali crimini sono stati commessi sotto la sua effige dall’organizzazione che esso rappresenta. Inquisizione, crociate, guerre di religione, massacri di protestanti e musulmani, condanne al rogo di intellettuali e scienziati, conversioni forzate, sostegno dello schiavismo, crimini contro gli aborigeni australiani, posizioni equivoche nei confronti del nazismo e fascismo, atti di pedofilia, ostacoli ideologici al progresso medico e scientifico, disinformazione deliberata sull'uso del profilattico nei paesi dilaniati dall'AIDS, …!
Molti italiani non hanno dimenticato e non chiudono gli occhi davanti a tutto questo.

Il Movimento Raeliano auspica che le scelte dello Stato possano sempre essere in accordo con i suoi stessi principi, e che i suoi rappresentanti si facciano garanti di quel pluralismo tanto sbandierato quanto ignorato, liberando gli italiani dalla loro condizione di sudditi di uno Stato clericale!

Libertà di ricerca

Alla fine di novembre del 2002, il ministro della Sanità Girolamo Sirchia ha affermato che “la clonazione, terapeutica e riproduttiva, è un crimine contro l’umanità al pari della schiavitù e delle sevizie sui bambini”.
Ancora una volta lo Stato italiano, per voce di uno dei suoi rappresentanti, ha dimostrato quale sia la sua posizione nei riguardi della scienza e dei suoi progressi.
Affermazioni come quelle del ministro della Sanità testimoniano quale campagna di volontaria disinformazione sia in atto nel nostro paese, e come l’Italia sia tuttora il simbolo dell’oscurantismo che ha contrassegnato i periodi più bui della storia occidentale.

È avvilente vedere come i rappresentanti di uno stato che si autodefinisce laico possano fare proprie le più deliranti tesi cattoliche per boicottare ogni avanzamento della scienza.
Paragonare la clonazione alla schiavitù e alla pedofilia significa offendere tutti coloro la cui vita o salute dipende dalla ricerca in questo nuovo settore della scienza, significa insultare tutti coloro che sono stati vittima di abusi sessuali e di atti di pedofilia, compresi quelli dei preti cattolici verso i quali lo Stato e la Chiesa dimostrano un’indulgenza vergognosa.

La clonazione, terapeutica e/o riproduttiva, è una tecnologia che va nel senso della vita, e i vantaggi che ne possono derivare sono innumerevoli come dimostra un’attenta analisi dei dati scientifici, libera dai pregiudizi e dalle paure che vengono con tanta cura diffusi dagli ambienti ecclesiastici di cui i rappresentanti statali si fanno troppo spesso portavoce.

La clonazione è innegabilmente un’importante tappa nel progresso scientifico, in quanto non solo porterà al miglioramento delle condizioni di vita umane, ma emanciperà l’uomo dal ruolo che la teologia gli ha accuratamente ritagliato nel corso dei secoli, restituendogli la sua vera dimensione e la giusta collocazione nel suo modo di concepire se stesso e l’universo. È questo che il potere cattolico teme: che la Scienza, come ha sempre fatto, apra gli occhi dell’essere umano sulla sua “nudità”, e che lo liberi dall’inutile zavorra delle sue polverose dottrine millenarie.
Per questo il Movimento Raeliano lancerà a partire da ora una campagna informativa sui benefici delle ricerche sulla Clonazione Umana, in un momento storico in cui stiamo per assistere alla nascita dei primi bambini frutto della clonazione riproduttiva: perché questi neonati vengano accolti con l'amore e il rispetto che meritano in quanto esseri umani a pieno titolo.

Stop all'omofobia

Noi Raeliani protestiamo contro le pressioni esercitate dal Vaticano in seno all'ONU che hanno portto al ritiro di un progetto di risoluzione dal titolo «Diritti della persona ed orientazione sessuale», che avrebbe dovuto condannare le discriminazioni fondate sull'orientazione sessule, e chiediamo l'esclusione dello Stato del Vaticano dalle istanze dell'ONU.
Noi protestiamo contro l'omofobia della Chiesa e chiediamo che cessi la propaganda criminale del Papa contro l'uso del preservativo e contro il diritto delle donne di disporre liberamente del proprio corpo.
Ogni giorno in molte nazioni del mondo gli omosessuali sono vittime di discriminazioni, persecuzioni, violenze, torture ed omicidi. La Chiesa condanna l'omosessualità come una mostruosità o una deviazione sessuale. Voi che forse siete omosessuali e dunque considerati come dei mostri agli occhi di questa istituzione, perché continuate a far parte di queta chiesa che vi manca di rispetto e vi condanna?

Ciascuno ha il diritto di disporre del proprio corpo come desidera. L'omosessualità non è un comportamento anormale o normale. Ciascuno deve poter condurre una vita sessuale in armonia con i propri gusti e le proprie attrazioni naturali. Rimproverare ad un omosessuale di essere omosessuale è tanto stupido quanto rimproverare ad un uomo di ssere un uomo o ad un gatto di essere un gatto. L'omosessualità è tanto naturale quanto lo è l'eterosessualità o la bisessualità. La sola cosa innaturale è voler obbligare gli altri ad assumere i nostri stessi comportamenti sessuali.
Da qualche tempo i media hanno rotto il muro del silenzio, denunciando i numerosi scandali di cui è protagonista la Chiesa; e ricordiamoci che i processi aperti per pedofilia e per violenze su minori, come gli scandali degli aborti delle religiose e quelli finanziari, sono soltanto una piccola parte della reale dimensione del fenomeno, proprio come la punta di un icesberg!
Rifiutatevi di essere complici silenzioni di coloro che incoraggiano l'omofobia. Dissociatevi da tutti i crimini commessi e dalle sofferenze causate per secoli dalla vostra religione d'appartenenza in nome di Dio. Liberatevi dal senso di colpa che la vostra religione vi impone. Dio non esiste!